UN GARANTE DEI DETENUTI A VERONA?

VERONA, Gennaio 2008. L'iniziativa che ci ha visti maggiormente impegnati in questo primo scorcio di progetto ha trovato nella richiesta di istituzione della figura del Garante dei diritti dei detenuti e delle persone limitate nella libertà personale il più maturo ed avanzato livello di coscienza e di rivendicazione raggiunto dalle associazioni di volontariato coinvolte nel progetto Sportello Giustizia (vedi anche: bando intesa del CSV 2006-2007).


[#1. Passaggio dall'ottica dell'erogazione di un servizio a quella della rivendicazione di diritti] Con questa sollecitazione infatti veniva, in primo luogo, sancita la qualità di un intervento capace di puntare alla modificazione reale - cioè rilevante anche dal punto di vista sociologico e politico (e non solo "volontaristico") - delle condizioni materiali di vita delle persone private e/o limitate nella libertà personale. E questo è già un bel passo avanti rispetto a quella prassi, sovente fattasi abitudine, che vede il volontario-volontariato ritagliare il suo servizio attorno a singole individualità (o singoli "casi"): intervento encomiabile ed oggi più che mai irrinunciabile a fronte delle sempre crescenti razionalizzazioni (cioè riduzioni) quanto ad assistenza sociale, quanto ad ammortizzatori sociali, insomma, quanto a stato sociale.
Il punto è che accompagnamento, ascolto, aiuto, supporto, orientamento, informazione e formazione sono interventi necessari sebbene non sufficienti per ripristinare situazioni di precaria legalità e di vita indecorosa se non addirittura irrispottosa della dignità delle persone. Tali questioni necessitano più che altro di interventi "di sistema", "strutturali": appunto, sociologicamente e politicamente rilevanti.


[#2. Passaggio dall'ottica che preme sull'antinomia detenuto-cittadino (e corollari: diritti dei detenuti versus sicurezza dei cittadini, ecc.) ad un ottica che vuole una cittadinanza intesa e praticata in senso allargato, solidale ed includente di tutti] Tale questione, allora, richiama un ulteriore carattere dell'intervento proposto visto che, sottesa alla richiesta di istituzione del Garante dei detenuti, c'è la messa in discussione di quell'ideologia - purtroppo oggi senso comune - che vede il detenuto in antitesi al cittadino quasi che i "diritti" dei detenuti fossero in contrapposizione ai bisogni di "sicurezza" dei cittadini. Alla base di questi "pensieri" una distorta rappresentazione (o, meglio, una vera e propria mistificazione) del dato reale, che viene fondata sull'ingenua (ma troppe volte interessata) trasposizione della mera relazione detenuto-cittadino nella ben più dura e complicata antinomia criminale-vittima.
A fronte di tali distorsioni, la nostra iniziativa ribadisce il suo essere finalizzata al miglioramento delle condizioni materiali di vita non solo dei "reclusi" ma anche di tutto quel contesto (istituzionale e non) che trova nella "città" complessivamente considerata il suo contesto naturale.
E questa è una sottolineatura molto importante visto che è capace di buttare a mare d'un sol colpo, quelle retoriche, sovente fattesi luogo comune, circa una pretesa antinomia tra detenuti-cittadini: un'antinomia, ripetiamo, che a sua volta viene artificialmente sbandierata e mistificata quale antinomia tra criminale-vittima (e che in occasione dell'indulto è stata propinata in gran quantità).


[#3. Passaggio da un approccio individualistico e miope al tema della "sicurezza" (capace solo di chiedere sempre e solo aumenti di pena, di controllo e di repressione) ad uno ben più allargato, ragionato e lungimirante che al contrario coglie la sicurezza in termini sociali (e non solo penali) e che così si volge più alla prevenzione (sociale) che alla mera repressione (penale)] In realtà, il punto appena esaminato, a sua volta, richiama un ragionamento ulteriore: infatti, se come abbiamo visto sottesa alla richiesta di istituzione del Garante dei diritti dei detenuti sta la convinzione che non possano istituirsi tali astruse e laceranti dicotomie, è pur vero che ciò può essere ribadito non solo per nobili motivi etici (più facili da affermare che da praticare) ma anche per più semplici ragioni logiche. La storia e le statistiche dimostrano quanto sia poco utile ed altrettanto poco efficace la gestione di queste problematiche attraverso l'arma della repressione penale e, di qui, della riduzione del sistema penale alla sua versione punitiva: tutto ciò è capace solo di appagare istinti vendicativi, paure irrazionali, interessi di ceto ma non di risolvere i problemi. Anzi, il rischio è quello di un'inflazionamento esponenziale del cosiddetto "bisogno di sicurezza" al punto da potersi trasformare in vere e proprie fobie e paranoie, facilmente strumentalizzabili da cinici imprenditori dell'insicurezza.

[#4. Passaggio ad un approccio sistemico - o di "rete" - ai problemi di cui sopra, basato sull'aumento dello scambio di informazioni, relazioni, comunicazioni tra settori della società che spesso si trovano in conflitto o sono ammaliati da pratiche burocratiche e/o autoreferenziali] Infine, l'ultimo elemento caratterizzante l'iniziativa in oggetto e che ci preme mostrare in questo veloce affresco, è la pretesa di mettere in moto un processo capace di favorire una triangolazione tra i tre poli particolarmente influenti quanto a determinazione delle condizioni di vita delle persone detenute, ossia: l'istituzione carceraria, le istituzioni politiche e la società civile.
In questo caso, sottesa alla richiesta di istituzione di una tale figura è infatti proprio la richiesta di un'assunzione di responsabilità di ognuno di questi tre momenti: e d'altra parte un compito fondamentale del Garante è proprio quello di implementare e sviluppare ancora tale circolarità di informazioni, relazioni e azioni.
Si tratta di rivitalizzare una rete troppo spesso frammentata e lacerata, capace solo di ribadire
una prassi di de-responsabilizzazione di/da problemi che non appaiono (più) riducibili a mere questioni (appunto, "casi") individuali ma che al contrario sono da inserire entro una fenomenologia pienamente economica, sociale e politica.